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La Baita d’Iceve è una struttura formata da tre unità risalenti a tre epoche storiche differenti, dal 1700 al 1900 circa.  

L’unità di superficie minore è stata utilizzata fino alla metà del ventesimo secolo come magazzino e pollaio. Le altre due aree si uniscono invece in un unico complesso, costruito in legno e pietra, rispettando il tipico stile montano della zona. Le stalle e le cantine al piano terra, l’abitazione al primo piano ed il fienile nel sottotetto trasmettevano tepore, tramite l’ausilio di putagè a legna, ai locali dove un tempo alloggiavano le persone.  

Sulla facciata esterna balza all’occhio una pietra risalente al 1613, sulla quale furono incisi bassorilievi raffiguranti simboli considerati al tempo utili a repellere la peste, flagello che funestò quell’epoca.

L’attuale fontana-lavatoio fu probabilmente costruita nella prima metà del 1900, durante una parziale ristrutturazione compiuta da Antonio Mottet, allora abitante di Fontainemore. L’indizio maggiore di questa informazione proviene dalle lettere “G” e “C” incise nel muro, che corrispondono alle iniziali della sposa di Mottet, Candida Girod

I terreni adiacenti agli edifici sono terrazzati con muri a secco, e risalgono indicativamente al 1500, forse anche prima. Di questa zona della proprietà non esistono tuttavia documentazioni certe.

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